Biodiritto: gli aspetti giuridici della bioetica
Un progetto interdisciplinare del Dipartimento di Scienze giuridiche
di Carlo Casonato
Quella centrata sul “biodiritto” è una sfida che il Dipartimento di Scienze giuridiche ha iniziato ad affrontare. In questi ultimi anni, si sono resi evidenti il forte sviluppo delle scoperte scientifiche in campo biologico oltre che la loro diretta applicabilità in medicina e pertanto sull’uomo. L’ingegneria genetica, i procedimenti di clonazione, la fecondazione artificiale, l’eutanasia, l’accanimento terapeutico, la brevettabilità dello scoperte biotecnologiche, la libertà di cura, i rischi di discriminazione genetica non sono che una parte delle problematiche su cui si richiede ormai da più parti, a partire dagli stessi operatori, una disciplina giuridica più aggiornata, attenta e mirata. L’accelerazione dello sviluppo delle scienze biologiche, infatti, ha permesso che la ricerca applicata, con le sue immense potenzialità, superasse il livello della riflessione giuridica ed etica, lasciando gli ambiti interessati in una situazione di estrema incertezza; incertezza a cui il sistema giuridico complessivo, legato a concetti in parte inadatti o superati, non riesce ancora a rispondere con piena efficacia.
Sulla base di queste considerazioni, il progetto biodiritto vuole affrontare alcune fra le principali problematiche giuridiche della bioetica, proponendosi così di stimolare la riflessione in materia e, in prospettiva, di contribuire a colmare le lacune ed i ritardi evidenziati.
Vista la tematica oggetto d’analisi, il metodo adottato nella ricerca non poteva che essere quello comparativo e aperto all’integrazione ed al confronto fra le varie aree del sapere giuridico.
Il biodiritto, come la bioetica, si caratterizza per essere un sistema tipicamente plurale ed aperto. La compresenza e l’interazione di una pluralità di fonti di disciplina diverse a diversi livelli ne segna profondamente la natura. Il biodiritto si costruisce sulla base di principi costituzionali interpretati in senso evolutivo, di orientamenti giurisprudenziali e dottrinali spesso innovativi ma non lineari, di disposizioni di legge non sempre aggiornate o efficaci, di un non sempre equilibrato bilanciamento nella tutela di valori in reciproco conflitto ma tutti meritevoli di protezione giuridica. Si articola su più livelli, da quello locale e statale, fino al livello comunitario, internazionale (Unesco, Onu, Convenzione di Oviedo, ecc.) e della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo. Vede al proprio interno la non sempre facile convivenza di documenti di hard e di soft law, di dichiarazioni di natura solo politica e di norme di carattere deontologico. Tale aspetto riflette l’insufficienza della sola razionalizzazione giuridica, e di quella nazionale in particolare, in un settore dominato da tensioni di varia natura, etica, religiosa, giuridica e, in senso lato, culturale. Il biodiritto, così, non può che essere terreno fertile per la circolazione dei modelli, per la comparazione, per un livello di conoscenza e di comprensione più ampio rispetto a quello offerto da un solo sistema nazionale o da un solo settore disciplinare.
Su queste basi, una delle prime tematiche da affrontare doveva avere ad oggetto il concetto stesso di biodiritto ed il ruolo specifico che può giocare all’interno della dimensione etica. Era in altri termini necessario riflettere sui punti deboli quanto sulle potenzialità della scienza giuridica all’interno di un universo epistemologico altamente differenziato e composito, ma integrato. Ecco allora un primo incontro l’8 novembre: Dalla bioetica al biodiritto, all’interno del corso di filosofia del diritto, con uno dei massimi esperti italiani di questioni filosofiche e biogiuridiche, il professor Francesco D’Agostino dell’Università “Tor Vergata” di Roma, presidente del Comitato nazionale per la bioetica. A tale evento, seguiranno altri incontri dedicati alla stessa tematica, con esperti altrettanto autorevoli ma su posizioni ideologiche differenti: saranno a Trento entro l’anno i professori Giuseppe Dalla Torre, rettore della LUMSA di Roma e Giovanni Berlinguer, già presidente del Comitato nazionale per la bioetica, invitati dalle cattedre di diritto canonico e di diritto costituzionale comparato.
Il progetto intende avviare una riflessione anche sul ruolo che il biodiritto è chiamato a svolgere nelle società contemporanee, a forte impronta multiculturale. Vista l’interdipendenza, tipica nel settore bioetico, fra istanze di natura morale, religiosa, etnica, culturale, ecc., pare che il modello di Stato di derivazione liberale, nel disciplinare il fenomeno, debba farsi carico del più ampio rispetto per le diversità presenti sul territorio. Su queste basi, ci si propone di analizzare le tematiche collegate all’accesso alla medicina alternativa, ai costi della libertà di cura, al ruolo dei diritti fondamentali e della dignità intesi come elementi irrinunciabili di ogni politica sanitaria anche la più rispettosa delle diverse impostazioni culturali.
Parallelamente alla riflessione incentrata sul concetto e sul ruolo del biodiritto, il progetto prevede approfondimenti tematici dedicati a problematiche specifiche. Il 19 ottobre scorso, in collaborazione con l’Ordine dei Medici della Provincia di Trento, si è tenuto un convegno di studi dedicato alle Scelte di fine vita, inteso quale occasione di riflessione di carattere pratico e teorico sulle problematiche giuridiche, etiche e deontologiche relative all’eutanasia, oltre che di confronto diretto tra il mondo medico e quello giuridico.
Ci proponiamo di affrontare, ancora, il problema della discriminazione genetica, sempre più avvertito in alcune realtà come quella statunitense, francese o inglese. Le più recenti scoperte sul genoma umano, infatti, permettono di conoscere un insieme d’informazioni sull’identità genetica individuale legate alla predisposizione verso determinate malattie ereditarie. Se i vantaggi derivanti dalla conoscenza del profilo genetico di ognuno possono essere assai rilevanti - in termini di medicina predittiva, fra l’altro - altrettanto ampie possono essere le occasioni di discriminazione derivanti da un uso improprio degli stessi dati da parte, ad esempio, di datori di lavoro o d’imprese assicurative. Il rischio, allora, potrebbe essere quello di una nuova forma, più sofisticata e tecnologica, di “predeterminazione lombrosiana”, secondo cui a determinate caratteristiche genetiche non possono che corrispondere determinati aspetti della vita, del comportamento, del destino dell’uomo.
Fra le altre tematiche oggetto di particolare attenzione, ci saranno quelle relative all’inizio della vita, fecondazione artificiale e clonazione terapeutica in particolare, alla libertà di cura, all’obiezione di coscienza, ed alla brevettabilità delle scoperte biotecnologiche.
Dipartimento di Scienze giuridiche
Nel panorama giuridico italiano ed internazionale, il Dipartimento di Scienze giuridiche di Trento è conosciuto per la vocazione comparatistica e transnazionale della ricerca. Ad esso afferiscono professori e ricercatori appartenenti ai settori disciplinari giuridici presenti nell’ateneo di Trento e che svolgono le loro attività didattiche nelle Facoltà di Giurisprudenza, Economia e Sociologia.
Gli studiosi che operano nella struttura sono impegnati in una pluralità di progetti di ricerca, di diverse aree disciplinari, che possono essere accomunati in quattro filoni principali:
- integrazione europea ed internazionale;
- diritto, diritti: regole e metodi;
- diritto e tecnologie;
- diritto ed economia.
Direttore: Giovanni Pascuzzi
Sede: Via Verdi 53, I-38100 Trento
e-mail: boninsegna@jus.unitn.it
http://www.jus.unitn.it/dsg/home.html
Foto al centro: il logo del Progetto Biodiritto.
http://www.unitn.it/unitn/numero47/biodiritto.html, septiembre 7 de 2007
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Biodiritto: gli aspetti giuridici della bioetica
sábado, 11 de julio de 2009
Etiquetas:
BIODERECHO
Publicado por
Beatriz Campillo
en
17:19