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LA MORALE SECONDO IL CORANO

domingo, 9 de agosto de 2009

LA MORALE SECONDO IL CORANO
Islam, Musulmani e Bioetica
Armando Editore - € 15,00

l libro di Atighetchi, denso di informazioni chiaramente esposte, colma un vuoto di conoscenze rispetto alla bioetica musulmana poiché fornisce un panorama esaustivo delle posizioni sostenute dalle quattro scuole giuridiche canoniche dell'Islam sunnita: la hanafita, la più diffusa, la malikita (presente soprattutto nel Maghreb, in Egitto, nell'Africa sud sahariana), la shafìita (diffusa nel subcontinente indiano, in Africa orientale, in Egitto e nello Yemen) e la hanbalita (nell'Arabia Saudita).
Dopo una necessaria illustrazione dell'importanza del diritto nel mondo musulmano, l'autore prospetta i caratteri generali della bioetica islamica; definisce poi gli aspetti più importanti dell'etica medica e indaga approfonditamente le questioni della contraccezione, dell'aborto, della procreazione medicalmente assistita, dei trapianti d'organo, dell'Aids, della genetica, della fine di vita, delle mutilazioni genitali femminili, corredando le singole trattazioni con l'esposizione delle normative vigenti nei singoli stati.
Da ultimo, ma non per importanza, Atighetchi riflette sulla relazione esistente fra scienza islamica moderna e Corano. Premessa ineludibile per qualsivoglia valutazione delle posizioni bioetiche nel mondo musulmano, è la conoscenza della legge islamica, la sharìa, che investe tutti gli ambiti della vita privata e pubblica delle popolazioni: l'Islam è infatti religione e stato e ha un carattere totalizzante rispetto alla vita dei musulmani le cui azioni sono valutate come obbligatorie, raccomandate, libere, biasimevoli, proibite: tale classificazione è fondante anche per le regole relative all'aborto, alla fine di vita e alle altre questioni bioetiche.
E' necessario altresì conoscere i quattro fondamenti della legge divina per comprendere che la bioetica islamica è soprattutto, come sostiene Atighetchi, un'articolazione del diritto musulmano, priva quindi di quello spessore speculativo che caratterizza buona parte della bioetica occidentale. Il Corano, la Sunna, il consenso unanime, il ragionamento analogico sono le fonti del diritto in qualunque fase della storia: una funzione molto importante viene svolta dal ragionamento analogico per l'attualizzazione delle altre tre fonti all'interno della modernità ovvero dell'attuale momento storico-politico.
Di fatto le diverse norme relative alle questioni bioetiche assunte dalle quattro correnti giuridiche sopracitate non sono frutto del pluralismo etico ma mostrano invece "differenze e varietà di posizioni entro un comune contesto religioso": la comune appartenenza all'Islam travalica le differenze interpretative.
La bioetica islamica ha un carattere apologetico tendente a nascondere, soprattutto all'occidente, le carenze economico-sociali rispetto alla tutela del malato e alla carenza di strutture sanitarie adeguate, perché le possibili critiche allo Stato possono essere interpretate come una critica alla religione. L'autore, che non esprime direttamente delle valutazioni ma si limita a illustrare laicamente le varie posizioni e i contesti da cui nascono, solleva indirettamente dubbi e perplessità rispetto a una serie di questioni: a esempio, la relazione con la bioetica laica occidentale o il rapporto con le altre confessioni religiose, considerando che l'Islam condanna la mancanza di senso etico-religioso dell'occidente; anzi l'Islam ritiene di essere parte della modernità perché capace di moralizzare la medicina contemporanea.
Il principio di autodeterminazione non ha accoglienza in un ambito culturale connotato dal principio del beneficio pubblico che indica il prevalere dell'interesse collettivo su quello individuale (che ha le sue radici in una concezione liberal-individualistica della vita). Altri caratteri distintivi della bioetica islamica riguardano l'uso, per la verità ambiguo, del concetto di giustizia, nonché il carattere elitario del dibattito bioetico che si svolge unicamente in congressi e conferenze pan-islamiche (a esempio la Lega del mondo musulmano, l'Organizzazione della Conferenza islamica) ma non coinvolge la popolazione, per cui l'apparato normativo e legislativo bioetico non è frutto di un confronto pubblico.
D'altra parte anche le concezioni della medicina e della funzione del medico presentano discordanze con l'occidente: ma la questione centrale riguarda la concezione della scienza occidentale (e della scienza in generale) alla quale il mondo musulmano rimprovera la separazione dalla religione. Nell'Islam ogni ricerca scientifica è subordinata al teocentrismo, poiché anche la scienza deve contribuire alla perfezione spirituale; il capitolo intitolato "Corano e scienza medica" risulta molto importante per illustrare tale aspetto. Tutte le scienze devono convergere nella dimostrazione dell'unità dell'universo e della sua armonia, riconoscendo attraverso la ricerca, che l'artefice del tutto è Dio. La razionalità scientifica è subordinata al Corano. Nel mondo islamico non si è sviluppata "una consapevolezza epistemologica dell'autonomia dei fondamenti del conoscere", scrive Atighetchi.
Il Libro contiene tutte le anticipazioni scientifiche, anche quelle attuali: dalla relatività alla genetica, alla Aids. I "concordaristi", gli appartenenti a una corrente molto diffusa di esegesi coranica, sostengono che molti brani anticipano "direttamente, indirettamente, allusivamente" le informazioni scientifiche: le scoperte delle scienze universali sono avvenute in virtù dei principi gnoseologici contenuti nel Corano. Ma il procedimento logico dei concordaristi è alquanto discutibile: essi partono dalle scoperte scientifiche per poi rintracciarle o coglierne i segni del testo sacro. La figura dello scienziato si differenzia da quella occidentale: si avvicina a quella del saggio, con un sapere enciclopedico, che tiene unite le scienze con la religione.
Diverso è anche il rapporto medico-paziente, poiché il "paternalismo" medico, che per secoli ha determinato anche in occidente la relazione col malato e che solo da pochi decenni è stato discusso e messo in crisi (vedi la questione del consenso informato), connota la pratica medica musulmana: infatti oltre alla funzione clinica il medico esercita un controllo sociale e religioso. Il paternalismo vanifica ciò che in molti casi è auspicato persino dal diritto coranico: il consenso del paziente.
L'analisi svolta dall'autore, filosofo e bioetico laico formatosi in Italia, solleva interrogativi a cui è difficile dare una risposta: come è possibile che la visione teocratica del mondo possa portare all'assunzione di un atteggiamento tollerante all'interno di stati, almeno formalmente, laici? Il quesito è quanto mai attuale considerando la cospicua presenza musulmana nel mondo occidentale e la necessità di un dialogo anche interreligioso. In assenza di dibattito pubblico, e quindi di consapevolezza collettiva rispetto alle questioni bioetiche, come potranno le donne, penalizzate da sempre dalle scelte maschili, far sentire la loro voce, essendo le più escluse fra gli esclusi? Questo bel libro è per tutti e può essere utile anche agli insegnanti.
Isabella D'Isola
http://www.zadig.it/recensioni/islam.php, septiembre 5 de 2007

Nota

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Perfil

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Medellín, Antioquia, Colombia
Magister en Filosofía y Politóloga de la Universidad Pontificia Bolivariana. Diplomada en Seguridad y Defensa Nacional convenio entre la Universidad Pontificia Bolivariana y la Escuela Superior de Guerra. Docente Investigadora del Instituto de Humanismo Cristiano de la Universidad Pontificia Bolivariana. Directora del Grupo de Investigación Diké (Doctrina Social de la Iglesia). Miembro del Grupo de Investigación en Ética y Bioética (GIEB). Miembro del Observatorio de Ética, Política y Sociedad de la Universidad Pontificia Bolivariana. Miembro del Centro colombiano de Bioética (CECOLBE). Miembro de Redintercol. Ha sido asesora de campañas políticas, realizadora de programas radiales, así como autora de diversos artículos académicos y de opinión en las áreas de las Ciencias Políticas, la Bioética y el Bioderecho.

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